Quando i libri chiamano, non c'è scusa che tenga! Questo è il motivo per cui curiosiamo sempre tra le nuove uscite alla ricerca di qualcosa che possa interessarci particolarmente.
Ecco cosa è possibile trovare tra gli scaffali di Fazi Editore per il mese di Gennaio:

Le difficoltà fanno parte della vita. [...] Ogni asperità, ogni porta sbattuta in faccia, ogni insuccesso possono condurre a qualcosa di straordinario, se siamo decisi a non cedere alla disperazione e a guardare oltre.




Isabel è una ragazza semplice, dotata di creatività e desiderosa di esprimerla in qualche modo. La crisi economica darà un duro colpo alla sua famiglia, ma questo sarà solo il trampolino di lancio verso una nuova avventura che coinvolgerà tante persone. Il romanzo, infatti, concentra l'attenzione su più di un personaggio e più di una famiglia, le cui vite si intrecciano anche nella comune cattiva sorte, che li condurrà verso nuove scelte.

Il tema principale del romanzo è legato alla possibilità della vita di riservare sorprese, positive o negative che siano, che segnano la nostra anima, ci demoralizzano spesso e così sembra quasi che tutta la nostra vita vada in frantumi. Ma la realtà non è così totalmente bianca o nera, esiste quella vasta gamma di colori, che riempiono la vita in modo del tutto originale. Ecco perché le parole della scrittrice sembrano così perfette nel chiarire questa idea:

Capì che il sapore della vita - quello vero, più autentico - era agrodolce.

Proprio l'imprevedibilità della vita  dovrebbe spingerci  a valorizzare giorno dopo giorno ciò che abbiamo, sfruttando ogni attimo nel modo migliore.


<<A volte, lasciamo fuori delle cose dalle nostre giornate e le rimandiamo all'indomani. [...] Non capiamo l'importanza del tempo, sino a quando non incombe su di noi la minaccia di esserne privati. [...]>>

Talvolta vivere la vita intensamente significa anche realizzare se stessi e i propri sogni: questo è quello che ha capito Isabel, quando ha deciso di lasciare il suo vecchio e insoddisfacente lavoro per dedicarsi alla sua passione, le borse. La sua creatività, tenuta nascosta per molti anni, può essere finalmente liberata per realizzare e vendere uno degli accessori più amati dalle donne.
Da qui nasce il titolo del romanzo, Your Passion, The Way💓, che indica qual è la strada per la propria realizzazione: ecco perchè questa frase viene trascritta sul modello principale della collezione, un pochette rossa con un fiore nero al centro!

La scrittrice ha fatto realizzare davvero questo modello di borsa

Siamo davvero contente di aver potuto leggere questo romanzo, che la stessa scrittrice ci ha inviato: ci è piaciuto molto per il suo stile semplice e fluido, ma anche per l'intrecciarsi di varie storie di vita che lasciano molta suspence tra un capitolo e l'altro.

Vorremmo ringraziare Monica Talea, che ci ha lasciato un messaggio significativo sulla vita, non solo tramite il romanzo ma anche con una dolcissima dedica personalizzata, che ci ricorda di non mollare mai e di credere in se stessi e nella propria forza!



<<Le cose succedono quando devono: non un minuto prima, non un minuto dopo. È il tuo percorso. Stai per diventare una persona nuova. Lo capirai guardandoti indietro. È successo anche a me e torno a ripeterti di assecondare la tua propensione al cambiamento.>>

Beh la combinazione uomo e musicista rende il personaggio già abbastanza intrigante di per sé e queste semplici parole forse lo rendono un po' misterioso!
E voi che ne pensate? Vi ha colpito questo personaggio? Se volete saperne di più non perdete tutte le tappe sui vari blog!

Quante volte ci soffermiamo a riflettere sulla nostra vita, sulle nostre scelte e su ciò che queste comporteranno? Sicuramente con i ritmi frenetici della modernità poco o niente. Solo quando un evento stravolge la nostra vita e tutto cambia, così in un batter d'occhio, allora sì che abbiamo un attimo per pensare. E pensiamo al passato e al futuro, a quanto sia fugace la nostra vita e ci porgiamo tutta una serie di domande a cui non sapremo mai rispondere.

Da questi presupposti nasce la storia di Lily. La sua vita ha trovato la piena stabilità: un lavoro gratificante in mezzo ai bambini, una famiglia con la quale ha un bel rapporto e un ragazzo, Edoardo, che sta per diventare qualcosa di più per lei. E all'improvviso tutto cambia, tutto va in frantumi: per un incidente stradale Lily si trova in coma.


La scrittrice, Roberta Chillé, ci racconta così, in una storia breve ma che fa riflettere a lungo, cosa significa trovarsi in coma: gli amici  e i parenti vengono a trovarti, ti parlano, ti consolano, ti spingono a farcela con tutte le tue forze, quando anche loro soffrono per l'impotenza del non poter fare nulla se non aspettare. E tu ti ritrovi catapultata in una terra di mezzo in cui si sta con un orecchio alla realtà e con l'altro in un modo etereo, quasi irreale.

   <<Sono sempre qui, non riesco a stare nella nostra casa senza di te, senza noi, ci sono tanti ricordi. [...] So che mi ascolti, che sei qui con me. Io non vado via. Devi svegliarti! Dobbiamo avere il nostro lieto fine, te l'ho promesso>>. Le lacrime gli cadono senza sosta. Sei un duro amore mio, ma questo è troppo anche per te.

Lily si trova così in una condizione di lotta per la sopravvivenza, attratta alla vita dal battito del cuore del suo uomo, divisa tra le voci dei cari e quella di una dolce bambina, Aurora, sua compagna nel mondo etereo in cui vaga.

   <<Ciao, io sono Lily, tu chi sei?>> preoccupata, mi si avvicina <<Io sono Aurora, sono finita in questo strano posto, ma non so come andare via>> Come ti capisco piccola Aurora. [...] Le dico che può restare tutto il tempo che vuole con me se ha paura di stare sola. Farebbe piacere anche a me un po' di compagnia.

Aurora sarà un po' la chiave del romanzo, una figura eterea come il limbo di Lily. Scoprire l'identità di questa strana e misteriosa bambina amplifica la tensione già abbastanza forte della storia.

Ma la riflessione più forte, a nostro parere, contenuta nella storia riguarda il poco rispetto che oggi particolarmente abbiamo l'uno nei confronti dell'altro: troppe persone incaute girano a piedi o in auto attentando alla vita propria e altrui, incuranti delle conseguenze, disinteressati al dolore

    Penso... La gente è troppo egoista per pensare a coloro che li circondano. Gioca con la vita delle persone, ferendole, strappandole alla loro famiglia, agli amori, le amicizie... Se ne fregano anche di se stessi, tanto non si ritrovano in un letto d'ospedale, ma a causa loro c'è tanta gente piena di dolore che soffre. Sbagliare è umano, uccidere è da vigliacchi.

Beh che dire? La storia di Roberta Chillé ha tutte le carte in regola per diventare un romanzo serio e dai contenuti importanti. È scritto in modo diretto e fluido, immergendo il lettore direttamente tra i pensieri della protagonista per sentire come lei, provare le sue emozioni.
Ciò che lo limita a nostro parere è la lunghezza, se potesse diventare un vero e proprio romanzo potrebbe certamente esprimersi completamente per quello che è, un'opera ben fatta!

Vorremmo fare i complimenti e ringraziare, dunque, Roberta per averci inviato il suo racconto e averci permesso di raccontarvelo in breve. Per chi volesse conoscere Roberta vi lasciamo i suoi contatti:

Pagina Fb: robertachilleautrice
Instagram: acupofteandagoodbook
Blog: http://acupofteandagoodboook.blogspot.it/

L'ambientazione è quella che più avvicina il romanzo a noi, la terra siciliana. Qui Giovanni Raimondi, il capitano dei carabinieri della sezione di biologia del RIS di Messina viene messo a capo di un'indagine macabra e terrificante: vengono trovate coppie di cadaveri di diverse età nei diversi musei dell'isola. Le membra tagliate e ricomposte dei vari corpi inquietano persino gli agenti del RIS. Nessuno ha mai visto niente del genere. Tra indagini, prove, analisi e sopralluoghi si arriverà a scoprire una verità raccapricciante di un assassino tormentato dal suo passato!

L'elemento che rende il racconto così incalzante e tetro, e allo stesso tempo estremamente realistico, è la minuzia di dettagli che ci offre l'autore. E ne spieghiamo il motivo: Carlo Romano, l'autore, è un biologo molecolare e Maggiore dei Carabinieri del RIS di Messina, esattamente come il protagonista del romanzo. Ha fatto della sua esperienza lavorativa un romanzo in cui aspetti reali o verosimili si intrecciano con elementi romanzeschi che tingono il giallo dei suoi colori più neri.
Ed è questa associazione scrittore-biologo che rende il romanzo un'opera perfettamente riuscita!

Parliamo adesso dei suoi personaggi: il capitano e i suoi colleghi sono davvero delle personalità ben costruite, sono agenti seri in alcuni casi, uomini allegri e pronti a scherzi e insulti ma anche esseri umani attenti a sentimenti amorevoli e sensazioni d'orrore.
Non dimenticheremo certo il divertentissimo sketch tra il capitano Raimondi, il maresciallo Santarelli e la signora Marina, proprietaria di un circo!

A dire la verità la prima parte mi ha inquietato più di tutte: muore una giovane donna di 22 anni, di nome Roberta, che aveva un fratello minore e una sorella maggiore. A rendere la mia lettura ansiosa è stata la descrizione del profilo di una donna perfettamente identica a me in questi tre dati - la Blu

Non vi riveliamo di più ma sappiate che la Chimera, il mostro dell'antica mitologia classica, è uno degli elementi chiave di questo giallo!
Non vi resta che leggerlo!

  Una brezza leggera contro la guancia richiamò la sua attenzione sulla città che si illuminava.
  Il suo corpo si ammorbidì quando gli occhi rimasero affascinati dal richiamo scuro della torre Eiffel contro un cielo viola che virava al cobalto, poi si intensificò in una luminosa polvere azzurra. Il cuore le faceva male nel petto. La bellezza di quel luogo le era entrata nell'anima. Fuggire avrebbe significato morire. Non poteva abbandonare Parigi. Non quel giorno.



L'epoca storica di riferimento è quella bellica e pre-bellica della Seconda Guerra Mondiale: immaginate, dunque, una giovane donna americana, di umili origini prima e sposata a un ricco possidente poi, lasciare l'America per andare a Parigi (aggiungerei, nel momento più sbagliato!).
Ma perché proprio Parigi? Perché un uomo conosciuto nella propria terra, nonché suo amante, le descrive Parigi come un luogo d'incanto, dove la bellezza è la padrona! Claire, in fuga dal marito che ha scoperto della sua menzogna riguardo la sua condizione sociale, si ritrova in un mondo completamente diverso dal suo e da quello che si aspettava: le feste e i divertimenti non riempiono più le strade della mitica Parigi, e la guerra è alle porte.

L'incontro fortuito con un'anziana fioraia parigina rinomata le permetterà di riconoscere in quella città quel barlume di un passato non ancora sepolto dall'orrore della violenza. Un negozio di fiori e una guerra non hanno nulla a che vedere l'uno con l'altro, eppure coesistono. Madame Palain è convinta che per vincere una guerra bisogna tener fede alla bellezza:

  Claire scrutò la tenda da sole azzurro intenso sotto il balcone ai suoi piedi. La scritta sbiadita LA VIE EN FLEUR sembrava grigio scura alla luce morente.
  Tutti vedevano la sua bellezza [...] Ma Madame aveva visto qualcosa in più. Qualcosa degno di essere salvato. [...]
  La bellezza poteva essere un dono dato alle nostre anime dai cieli. [...] C'era forza nell'eleganza. Claire non avrebbe lasciato fallire il negozio.

La guerra, però, è sempre guerra e pian piano si insinuerà così a fondo distruggendo anche le cose migliori, anche i migliori! Claire sarà chiamata a combattere per la libertà in prima persona (dalla parte della Resistenza parigina), a difendere gli altri e a rinunciare alle persone più care e a tutto il resto. Quando anche l'amore toccherà appena la sua vita, gli verrà subito strappato via e la lotta e la forza saranno le sue due uniche armi per cambiare ogni cosa.

Uno dei personaggi che ho davvero amato è stata proprio la signora Palain, una donna sui sessant'anni, piccola, con le guance squadrate e la mascella dura che si estendeva fino ai capelli grigi raccolti saldamente in una crocchia. Aveva la postura eretta di una ballerina, le braccia esili incrociate sul petto. Quando la giovane Claire arriva a Parigi è praticamente sola, ma lei le fa da madre e da maestra, le insegna il francese e l'eleganza dei fiori, le dà consigli di vita. È da un lato il suo datore di lavoro severo e duro talvolta, ma poi si trasforma in una docile e comprensiva madre nei momenti più difficili.

Claire, invece, è innanzitutto una ragazza spaesata, che per la seconda volta nella sua vita si ritrova a ricominciare dal principio. A Parigi trova una città diversa da quelle americane, una città piena di storia e di un passato sempre persistente:

<<La storia ci circonda. Non si possono aprire gli occhi, non a Parigi, senza vedere qualcosa che non sia stato toccato da qualcuno tanto tempo prima.>> [...] <<Forse scappi dai tuoi fantasmi. Qui invece noi viviamo insieme a loro.>>

In effetti Claire fugge dal suo passato, un passato di povertà nella sua infanzia e un passato di menzogne e assenza di sentimenti nella giovinezza. A Parigi è portata, invece, a confrontarsi con esso: la città è ben lontana dal suo passato fisicamente e idealmente ma non fa altro che portarle tutto alla memoria. Soltanto confrontandosi con il passato affrontandolo, Claire riuscirà a vincerlo esprimendo pienamente il suo carattere risoluto e pieno di coraggio!

Le tematiche che pervadono il libro sono certamente abbastanza crude e dolorose, ma come Claire non può sfuggire al proprio passato, anche noi non possiamo non confrontarci con il nostro. Perché la guerra non è successa e basta, ricordarla ci dà insegnamenti di vita!

Dunque lo consiglio a tutti, a tutti quelli che non hanno paura di conoscere e conoscersi!

  [...] prova a immaginarti questo mondo prima che la modernità lo assillasse con le leggi della natura, le teorie dell'evoluzione, gli atomi, [...]. Parlo di quel tempo in cui l'uomo era un uomo, dunque un essere umano intero e grandioso, né più né meno. Allora il mondo non era altro che una favola scintillante.[...] Guarda il mondo, Georg, guarda il mondo prima di assimilare troppa fisica e chimica. [...] Non venire a dirmi che la natura non è una meraviglia. Non venire a dirmi che il mondo non è una favola. Coloro che non l'hanno capito ci arriveranno forse quando la favola starà per finire.

Qual è il segreto del mondo e dell'universo? Qual è il reale motivo per cui noi siamo solo anime di passaggio su questa terra? Qual è il segreto della natura e della sua ciclicità? Sono alcune delle domande che giorno dopo giorno scienziati e gente comune si pongono cercando nuove risposte, perdendosi nel frattempo l'unica cosa davvero importante: la vita!


Questo è l'insegnamento principale che emerge dal romanzo La ragazza delle arance di Jostein Gaarder, che si snoda tra le righe di una lunga lettera, l'ultima lettera che il padre di Georg è in grado di lasciargli prima di morire




Il giovane Georg ha appena quindici anni, quando viene trovata in casa una lettera che suo padre gli ha lasciato prima di morire. Chiuso in camera l'adolescente legge con avidità le ultime parole che il padre ha voluto lasciargli: è la storia del suo incontro con la misteriosa "ragazza delle arance". Questa donna, la sua continua ricerca di lei e il telescopio spaziale Hubble saranno il filo conduttore del racconto. Tante domande vengono poste al giovane Georg e le parole del padre saranno fondamentali per lui.


Il padre di Georg nel romanzo non è presente in prima persona, ma la sua voce riecheggia tra le righe della lunga lettera al figlio: scoprire di avere una malattia lo pone nella condizione di non poter più avere suo figlio, sua moglie, la sua vita. Lo incita a pensare cosa sarebbe stato se avesse fatto scelte diverse e pone le stesse domande al figlio rimproverandosi quasi di essere stato la causa della venuta al mondo di lui.

    <<Cosa avresti scelto, Georg, se ci fosse dunque stata una potenza superiore che ti avesse lasciato questa scelta. In questo ruolo, nella grande e misteriosa favola, possiamo forse immaginarci una fata cosmica. Avresti scelto di vivere un giorno una vita sulla terra, breve o lunga, dopo centomila o cento milioni di anni? [...] Oppure avresti rifiutato di partecipare a questo gioco perché non accettavi le regole?>>

Il racconto e gli interrogativi che il padre Jan Olav pone a Georg, in realtà, saranno l'unico e ultimo espediente che egli avrà a disposizione per essere padre anche a distanza: per insegnare al figlio come vivere la vita, per insegnare al figlio come vivere. Allo stesso tempo, però, è un uomo in cerca di risposte che solo il figlio può dargli.

    Georg! Ho un'ultima domanda: posso essere sicuro che non c'è un'altra esistenza dopo questa? [...] Io non ci credo, proprio no. Ma sognare qualcosa di improbabile ha un proprio nome. Lo chiamiamo speranza.

Per quanto la figura del padre sia assente dal romanzo, emerge su ogni pagina molto chiaramente e in maniera evanescente, diventandone il vero protagonista. Si sente tutta la sua amarezza e tutta la sua solitudine, il rimpianto di non poter essere lì con la sua famiglia parlando a suo figlio che verrà quando sarà cresciuto.

    Ho cercato molte volte di pensare al futuro, ma non riesco a immaginarmi neanche lontanamente come vivi ora. So soltanto chi eri. Non so neppure quanti anni hai, ora che stai leggendo questa lettera. [...] La verità è che mi sento già come un fantasma, e devo respirare a fondo ogni volta che ci penso. Comincio a capire perché i fantasmi spesso gemano e ansimino da fare tanta paura. Non è per spaventare i loro successori. È solo perché soffrono indicibilmente a respirare in un'epoca che non è la loro.

Che dire ancora? Questo libro mi ha emozionato, mi sembrava una storia strana inizialmente, non ne capivo il significato. Ma quando sono entrata nel cuore del racconto, la voce di Jan Olav mi ha spinta a voler sapere sempre di più, a conoscere fino in fondo la sua storia di gioia, innamoramento, di intense relazioni familiari, di dolore e sofferenza.

Si tratta certamente di una storia molto triste, come quelle che, purtroppo, oggi ci circondano sempre più. Ma ci aiuta a crescere, a crescere come il piccolo Georg che ha imparato dal padre cos'è la vita e ha fatto la sua scelta sull'interrogativo che gli era stato posto: la vita, anche se breve, ci dona emozioni uniche che vale la pena provare!


Consiglio davvero questo bellissimo romanzo: potrebbe sembrare una piacevole e spensierata lettura, ma è ricca di spunti che faranno riflettere ognuno di voi!


Leggetelo! ;)

Se siete alla ricerca di un libro da leggere sotto l'ombrellone, oggi ve ne proponiamo uno perfetto per questa stagione estiva!
Si tratta del romanzo di Cassandra Rocca, Ho voglia di innamorarmi, edito dalla Newton Compton Editori!


La protagonista Heaven è una ragazza casa e chiesa, che in una serata d'estate, dopo tanti anni di buonsenso, si lascia andare grazie alla compagnia di un bel ragazzo appena conosciuto. È David, apparentemente il tipico playboy alla conquista di nuove prede, ma in realtà un bravo ragazzo segnato da una precedente delusione. Le loro strade si separeranno a causa di un malinteso, che potranno risolvere solo dopo qualche anno. Le loro strade si incontreranno di nuovo casualmente e saranno una serie di improbabili eventi a unirli e separarli più volte!

Heaven: il nome della protagonista (in italiano Paradiso), che a primo impatto sembra alquanto inusuale, è dovuto al forte attaccamento alla fede del padre (egli infatti è un pastore). Nel romanzo vediamo una ragazza trasformarsi in una giovane donna, che, dopo una vita di rinunce sotto l'ala estremamente protettiva del padre, decide di mettersi in gioco e di vivere la sua vita alla ricerca della propria realizzazione.

 [...] una ragazza sobria, educata, piena di virtù, ma depressa, insignificante, incapace di divertirsi.




David: dopo aver studiato all'accademia delle belle arti, diventa un pittore rinomato organizzando diverse mostre. Ma a seguito dell'abbandono sull'altare da parte della sua fidanzata, si chiude in se stesso non riuscendo più a fidarsi delle donne: ecco perché è un apparente playboy senza seri interessi. Heaven si renderà conto di chi sia veramente poco dopo aver scambiato qualche parola con lui, anche se cercherà di stare sempre in guardia

 Un volto virile eppure buono, il classico bravo ragazzo dallo sguardo malizioso capace di infuocare i cuori più sciocchi.

Così come lei è rapita da subito dal fascino di lui, David verrà colpito dai profondi occhi di lei:

  [...]David riusciva a cogliere la perfetta sfumatura d'azzurro di quelle iridi incredibili, che ricordavano il mare a largo nelle giornate di sole. Erano davvero impressionanti. E stranamente dolci, a dispetto del suo atteggiamento socievole come una statua di marmo.

Tra le scene che abbiamo amato di più ve ne è certamente una: naufragati su un'isola deserta i due protagonisti si trovano a esplorare i luoghi più reconditi e affascinanti del luogo. David troverà una radura in cui spiccava un piccolo laghetto naturale, alimentato da una cascata, e vi porterà Heaven: l'idea era quella di fare un bagno lì dopo la nottata trascorsa in una piccola barca a causa di una tempesta, ma lei a causa del suo carattere refrattario a spingersi troppo in là e timoroso di ogni cosa si tirerà indietro. Lo sketch che ne verrà fuori è davvero carino e divertente!

Riguardo lo stile non possiamo che confermare quanto detto per i precedenti romanzi di Cassandra: le parole scorrono velocemente e si viene catturati dentro una storia di emozioni semplici ma intense. Come genere rispecchia naturalmente i canoni del romanzo rosa e dunque il finale è prevedibile, ma la bravura della scrittrice sta nel saper sorprendere nonostante tutto, creando degli scenari e dei momenti unici per il proprio romanzo!

Per non parlare delle bellissime parole che ci fanno riflettere su di noi e sulle persone che ci circondano, dandoci talvolta consigli di vita su aspetti che talvolta trascuriamo o non vediamo come dovremmo: eccone un esempio

Mostrare ciò che si ha dentro è difficile. Ti esponi e rischi di venir giudicato, deriso, rifiutato. Chi riesce a farlo ha un enorme coraggio, o una cieca fiducia nei propri sentimenti...così tanta da aver voglia di mostrarli al mondo intero.

Beh che dire? Cassandra non delude mai! Se avete bisogno di una piacevole e spensierata lettura romantica sotto l'ombrellone in piena estate, questo è il libro che fa per voi! Noi lo abbiamo letto tutto d'un fiato!

L'Italia è ancora divisa in due, e Meridione e Settentrione sono due territori diversi per clima, sonorità, cultura, sviluppo economico, più simili a due stati confinanti che a parti di un'unica nazione.

Quando il sole si spegne improvvisamente sulle nostre vite, non riusciamo più a vedere la strada, non riconosciamo più neanche i nostri volti: non ci si vede, non ci si parla.
Quando il sole si spegne improvvisamente sulle nostre vite, disorientamento e paura ci impediscono di vedere e vivere..

È così che la vita "perfetta" di Gioia si oscura e si perde quando tra lei e il marito, Riccardo, iniziano le prime discussioni. Da qui le prime violenze, i lividi, gli incubi. Gioia si atteggia come una donna forte, cambia vita, cambia aspetto, torna a essere la donna di prima, dice. Ma non è così e andare via di casa non è la soluzione. Lui la chiama, la cerca e la trova! La minaccia perché "il matrimonio è per sempre", dice. Chi capirà Gioia? Chi sarà pronto a crederle e aiutarla contro un uomo apparentemente onesto ed educato?

Questa è la vicenda che si sviluppa all'interno del romanzo di Jesa Aroma, Maschere di vetro e polvere, edito da Falco Editore.


La tematica principale si sviluppa intorno al concetto di "maschera", presente nello stesso titolo del libro: una maschera è come un accessorio che indossiamo in un momento specifico della nostra vita per apparire in un determinato modo. Essa ci permette di essere ciò che vogliamo, e dobbiamo, essere di fronte a certe persone o eventi. In poche parole non siamo mai davvero noi stessi!

Gioia, però, riuscirà a capire di avere sempre indossato una maschera e rivede in Riccardo il principale "indossatore di maschere".

Quello che solitamente non si riesce a capire è che una maschera non è per sempre, un momento di debolezza e tutto si dissolve: le nostre maschere sono come il vetro e dunque si infrangono e come la polvere si dissolvono..

Gli eventi ci modificano  e ci trasformano. Mi sembra di non essere più neanche io. Le maschere che abbiamo indossato si sono disintegrate. Io, lui, gli altri. Abbiamo mentito persino a noi stessi, credendo di essere quelli che non eravamo. Meglio così, ora no dovrò più fingere, non dovrò più nascondermi.

Le parole di Pirandello riecheggiano tra le parole usate dalla scrittrice e pronunciate dalla protagonista, la quale sembra amare il poeta che ha svelato a tutti noi la nostra vera anima!

Nel romanzo è inserito un altro tema molto importante nel campo della violenza sulle donne: l'Aroma ha voluto sottolineare quanto poco possa la giustizia di fronte ad atti di maltrattamento familiare, che siano preludio di vera e propria violenza! Se non c'è un alibi il marito non viene accusato, se non ci sono segni di carattere violento nel passato dell'uomo non c'è nulla da fare. E quando tutto sembra già chiaro e sotto gli occhi di tutti, ancora una volta la legge non ha prove e la prova è l'unica cosa che conta..più di una vita umana..

Riguardo il ritmo del romanzo potrei dire che sia molto veloce e incalzante addirittura: è un flusso di pensieri ricchi di paura, ansia, desiderio di giustizia e altri sentimenti forti che riempiono la testa di Gioia. All'inizio non l'ho molto apprezzato, ma in realtà non posso che ammirare la scelta davvero riuscita perché permette di addentrarsi sempre più nei pensieri di questa donna, vivendo così con lei il suo tormento! Tale introspezione arriva poi al punto dell'auto-riflessione, come se Gioia parlasse con la sua coscienza:

Sì, lo so. Ma ho così tante paura.
Non devi averne. Devi permettere al'energia che ti circonda di farsi strada, devi concederti un'altra, cento altre possibilità. La vita è una, ma non dimenticarti che se vivi male, sarai costretta a vivere altre vite cercando di comprendere gli errori delle vite passate.
Sì, lo so. Ma...
Niente ma, niente se. Non pensarci.


Vorrei spendere qualche parola parlando della copertina del romanzo che trovate qui sotto: si tratta di una cornice in frantumi. L'immagine spezzata è quella del famoso "Bacio" di Klimt: dai miei studi scolastici ho appreso come il pittore concepisse l'idea della donna, un essere inferiore all'uomo da sottomettere. Ecco perché nel dipinto compare ad un'altezza inferiore rispetto all'uomo, che la sovrasta quasi annullando la sua figura snella. Non ho, quindi, potuto fare a meno di associare questa idea assolutamente maschilista e possessiva con quella di Riccardo, marito possessivo e violento nei confronti di Gioia! Dal mio punto di vista la copertina del romanzo potrebbe essere allora l'infrangersi di questa idea e la vittoria di una società senza differenze sessuali!



        

Quando hai eliminato l'impossibile, qualsiasi cosa resti, per quanto improbabile, deve essere la verità.

Il mistero non è un muro, ma un orizzonte. Il mistero non è una mortificazione dell’intelligenza, ma uno spazio immenso, che Dio offre alla nostra sete di verità.
(Antonie De Saint-Exupery)

Come leggiamo dalla frase di De Saint-Exupery il mistero circonda la nostra vita ed è la necessità di indagarlo e svelarlo a muoverci verso la ricerca. Chi si lascia trasportare dal mistero non vorrà altro che sapere sempre di più e continuare ad indagare, sapere perché si tratta di un mistero.
E' così che si sviluppa il romanzo di Alessio De Luca, Il mistero delle due veneri. Un romanzo che ti cattura, che ti spinge a svelare il mistero di cui tratta, un romanzo da leggere tutto d'un fiato.


È la storia di Andrea Cortigiani, un restauratore di opere d'arte che lavora agli Uffizi di Firenze. Un giorno la sua vita viene sconvolta da due eventi: la morte del suo collega e amico Diego e una proposta lavorativa alla Galleria Borghese di Roma per un restauro. Per di più si troverà vittima di un rapimento che lo porterà in giro per l'Italia alla scoperta di una verità nota a pochi.
Lo stile è davvero piacevole grazie alla scorrevolezza della sintassi e delle parole, che destano curiosità nel lettore. E' un romanzo ricco di eventi, che in ultimo risultano essere tutti connessi tra loro per dare vita a una storia davvero interessante e accattivante!

Gli uomini si lamentano delle donne e le donne degli uomini. Le donne cercano un uomo e gli uomini cercano una donna. Come mai non ci si incontra?
Se fosse possibile davvero incontrarsi, allora nessuno rimarrebbe più solo.



La riflessione contenuta nel romanzo "Scritto nell'acqua" della scrittrice Nuccia Benvenuto, edito da Falco Editore, ci consente di ragionare sulla logica seguita da noi uomini moderni: ormai la vita frenetica e i problemi che invadono la nostra vita ci impediscono di "incontrare" davvero gli altri e ci limitiamo per lo più a passare accanto alle persone senza vederle veramente.
Questo meccanismo, però, alla fine ci porta soltanto ad una estrema solitudine!

È un caso che la libreria della signora Virginia Santini e la radio di Alessio Orsini si chiamino "Incontriamoci"? No, difatti la libreria sarà luogo di incontro dei vari personaggi del romanzo, così come la musica trasmessa dalla radio verrà ascoltata da tutti!

Descrivere, però, la trama generale non è un compito facile e possiamo solo dire che si tratta delle vicende di diversi personaggi,  di diverse età e caratteri, afflitti da problematiche differenti.
È l'amore e la poesia di Keats a creare il legame fra tutti loro: la casa e la tomba del poeta inglese diventano anch'essi punti di incontro, non solo fisico ma anche interiore alla riscoperta di sé stessi e degli altri.

La tomba porta un'epigrafe che crea un ulteriore legame tra i personaggi e dà il titolo al libro:

"Qui riposa colui il cui nome è scritto nell'acqua"

Tutti, dunque, si interrogano sul significato che il poeta ha voluto dare a questa epigrafe, da lui pensata per la propria lapide. Ecco le loro ipotesi:

Alessio Orsini (Dj radiofonico): "Il suo nome era scritto nell'acqua per nutrire tutto con la poesia, creando un circolo d'amore? Andata e ritorno. Terra-cielo, cielo-terra. Un viaggio che contiene un quid di eterno."

Caterina Roseti (giovane donna che lavora nella casa editrice Armonia): "L'acqua continua a scorrere, e riempie tutti i punti che tocca; [...] L'acqua rimane fedele a se stessa in qualunque condizione. Sarà forse questo il messaggio del poeta?"

Virginia Santini (proprietaria della libreria Incontriamoci): "Le cose non esistono perché restano, ma perché rinascono. La caratteristica del grande amore è il continuo rinascere, come l'onda del mare. Forse era questo il vero significato?"

Sibilla (giovane studentessa che pensa di preparare la tesi sul poeta): "[...] il poeta era segno d'acqua. Scorpione. [...] Come segno fisso d'acqua, lo Scorpione [...] era un pozzo profondo, e sotto la superficie, nel fondo giacciono i detriti in decomposizione. Il mondo emozionale è dunque il regno nel quale l'acqua esercita la sua influenza. [...] Che sia questo il problema? Si sentiva precipitare nella prigione del suo pozzo fino a raggiungerne il fondo."

Il tema immediatamente connesso al poeta Keats è certamente quello dell'amore, perché è di un romanzo d'amore che stiamo parlando. Ma qui l'amore viene visto da innumerevoli punti di vista: l'amore come passione, l'amore come ricordo di una persona cara perduta, l'amore tra genitori e figli, l'amore come gelosia, l'amore come tradimento!

Be', l'amore è la forza che fa abbracciare l'universo con se stesso

Tra gli innamorati del romanzo quelli che noi abbiamo gradito di più sono Caterina e Alessio, una coppia improbabile all'inizio per i caratteri per nulla affini. Ma sappiamo che quando si trova la persona giusta la vita ti permette di cambiare, cambiare per migliorare te stesso e per raggiungere la vera felicità.
Uno degli episodi della loro storia che più ci ha colpito è il viaggio a Pizzo Calabro, città natale di Caterina: la descrizione puntuale del luogo da parte della scrittrice ci ha permesso di immedesimarci in quel piccolo e grazioso paesino pieno di meravigliosi angoli da scoprire. Sembra quasi di esserci state davvero! (sicuramente adesso rientra tra i luoghi che dobbiamo assolutamente visitare :) )


Una delle particolarità del luogo è la chiesa di Piedigrotta, interamente scavata nel tufo: noi, come Alessio nel romanzo, siamo rimaste molto colpite e allo stesso tempo siamo consapevoli che ci darebbe un senso di inquietudine entrare all'intero della struttura (ma se dovessimo trovarci lì, sicuramente la curiosità ci spingerebbe a visitarla lo stesso ;) )


Una delle particolarità del romanzo è la grande capacità introspettiva dell'autrice, la quale ha saputo descrivere il vissuto dei singoli personaggi, presentandoli come dei veri esseri umani con vizi e virtù e tante questioni irrisolte.
E per farlo al meglio, dando persino un tocco di piacevolezza in più, ha dato voce ad ognuno dei personaggi dedicando capitoli interi introdotti da titoli costituiti da frasi di canzoni, che calzano a pennello con le vicende e i pensieri del momento! :)

La riflessione della Benvenuto si snoda poi anche all'interno del tema della lettura e del rapporto tra l'uomo e il libro, cosa che, purtroppo, sempre più si sta perdendo tra noi ragazzi :/
Allora vi lasciamo una frase presa dal romanzo, che serva anche da monito e spinta per chiunque abbia lasciato i libri a prendere polvere tra gli scaffali :p

"Pensa a quanto fa bene un libro, vai a farglielo capire ai giovani che un libro può contenere un mondo. Il mondo! Nel percorso della lettura, quella vera, per intenderci, l'inutile, il superfluo vengono eliminati per strada, come zavorra. E ciò che resta è l'essenza. Io soffro, credimi, a volte sono triste al pensiero di chi non può, per motivi vari, leggere e godere di un buon libro"

Ringraziamo, dunque, la scrittrice per aver scritto un tale romanzo, non il solito romanzo d'amore, ma un romanzo di vita carica di pathos e di poesia; ringraziamo poi la casa editrice Falco Editore per averci consentito di leggere questo libro, ricevuto sotto forma di una collaborazione :)

Noi archeologici abbiamo da sempre una particolare predisposizione verso la ricerca di ciò che di più "strano" e particolare possa essere legato a una civiltà, soprattutto se questa sia molto antica!
Noi, ad esempio, abbiamo sempre avuto un'attrazione particolare per il mondo egizio e per quegli strani segni, che loro chiamavano scrittura: i geroglifici (dal greco hieroglyphikà gràmmata, ovvero segni sacri incisi). Si trattava, infatti, di incisioni su pietra in un primo momento, ma sappiamo come successivamente si adattarono alla scrittura su papiro e dipinti su altre superfici.



Ma perché vi parliamo di tutto questo? Ebbene grazie alla grande disponibilità della casa editrice "Talos edizioni" è giunto tra le nostre mani "Il piccolo libro del Faraone", definito nella prefazione come "una sorte di tempio letterario delle buone azioni, una sintesi di saggezza tramandata dal popolo egizio attraverso il sacro linguaggio dei geroglifici".

 Il Maestro Ren Zen ci propone, dunque, un libriccino di pensieri e poesie, una sorta di vademecum della vita per riscoprire la cura dello spirito imparando qualcosa sulla vita e sulla morte, sul rapporto dell'uomo con la natura e le forze divine che lo sovrastano. Tutto ciò attraverso la voce di un ipotetico Faraone, che esorta l'uomo a non dimenticare i grandi valori in questa epoca di perdizione, il duemila.




Eccovi alcuni dei pensieri che più ci hanno colpite:




Dobbiamo ammettere quanto sia stata piacevole questa lettura, che a nostro parere andrebbe fatta in silenzio o stando immersi nella natura per riscoprire quelle bellezza della vita, che spesso dimentichiamo per la frenesia del nostro quotidiano. Dunque lo consigliamo davvero a tutti, e soprattutto a chi ha bisogno di una pausa per il corpo e la mente ;)


Ringraziamo la Talos per la gentilezza e diponibilità e, soprattutto, per averci permesso di collaborare con loro con molta libertà di scelta, usufruendo di un'ampia gamma di testi di varia natura, tra i quali abbiamo potuto scegliere in base alle nostre inclinazioni! :)


Ma la collaborazione non finisce qui: continuate a seguirci per saperne di più su un'altra opera ben diversa, di cui vi sveliamo solo il titolo: Il mistero delle due Veneri di Alessio De Luca :)

Alla prossima recensione :*

Trecento secondi possono essere fondamentali nella nostra vita, possono essere pochi o eterni, dipende dagli occhi di chi guarda e dal cuore di chi li vive!

Trecento secondi è il titolo dell'opera dell'autrice Patrizia Fortunati, edito da Falco Editore, con il quale abbiamo realizzato una collaborazione ricevendo tre romanzi, tra cui questo.




Trecento secondi è la storia di un uomo, la cui vita cambia all'improvviso, le cui certezze crollano in un batter d'occhio. Si tratta di Paolo Mazzini, uomo sposato con una bella donna e avente tre bei bambini, con un impiego e degli amici per i momenti di svago. Ma proprio dopo una giornata di lavoro Paolo ritrova la casa vuota: Francesca Moretti, la moglie, aveva portato via i bambini per non tornare. Da qui in poi la vita di Paolo sarà scandita da avvocati, giudici, denunce di molestie inventate e restrizioni, che gli impediranno addirittura di vedere i suoi figli!

L'autrice, benché donna, ha avuto la notevole capacità di addentrarsi nella psiche di un uomo colpito e affondato, come suole spesso autodefinirsi egli stesso: un uomo che non ha più alcuna certezza, che vive la sua vita come in un incubo da cui non c'è ritorno, un uomo fatto a pezzi dalla stessa donna che amava. Paolo non riesce più a vivere e sprofonda in un baratro senza fine, tenendosi in vita solo con la speranza di poter un giorno dire la verità ai propri figli.

Per loro ho resistito e sopportato l’insopportabile. Per loro non ho ucciso e non mi sono ucciso. Per loro sono scappato. Per loro respiro, mi nutro, cerco di dormire.
E aspetto.
Per loro scrivo.

Trecento secondi costituiscono il tempo necessario a Paolo per leggere il contenuto della prima denuncia da parte di sua moglie: quell'interminabile tempo di pochi minuti che ha decretato il suo futuro con parole gravide di menzogna. Ecco perché la scrittrice parla di secondi e non di minuti, perché quell'arco di tempo diventa smisurato se considerato nella testa e nel cuore di un uomo incredulo di fronte alle false accuse; ecco perché trecento secondi sono le parole perfette per riassumere l'intera vicenda in un titolo!
Ma chi è colei che ha progettato questo disegno criminale? Francesca. Solo una donna ferita e trascurata dalle persone a lei care che la spingono a vendicarsi in un modo così atroce? No. E' una donna con un passato tormentato dall'indifferenza dei suoi genitori nei suoi confronti, con una adolescenza bruciata in futilità solo per attirare l'attenzione della madre e, infine, una moglie reduce di questa sofferenza scaricata interamente sul marito nell'unico modo conosciuto.

Era stata una bambina già colpita dai duri colpi della vita e nonostante ciò permette ai suoi figli di rivivere una condizione pressoché simile: sono i tre bambini ad affrontare le prove più dure tra interrogatori, facce sconosciute e una nuova vita senza un padre!

L'immagine più bella del romanzo, quella che resta nel cuore, è quella della quercia che Paolo trova in montagna (unico luogo che gli concede un po' di pace): cosa può esprimere un albero come tanti altri, si potrebbe dire? Ebbene per lui ha costituito il simbolo della forza, della capacità di resistere alle intemperie della vita:

"mi ha dato la forza per credere che, quando le radici sono forti e profonde, si vacilla, sotto i colpi della sorte, si trema e ci si può anche piegare fino a respirare la polvere, ma, comunque, si resiste.
Si resiste e si continua a vivere."

Quante volte il dolore ha piegato la nostra esistenza e infranto i nostri cuori per ragioni diverse e di diverse entità? Quante volte ci siamo lasciati vincere dall'idea di non farcela, di non poter più andare avanti? Quante volte ci siamo detti che non potevamo fare più nulla ormai? Ma..

Il dolore lo si deve vivere. Lo si deve vivere per non morirne.
Così ho fatto io.
Ebbene la Fortunati ci ricorda che la vita è tale finché siamo in vita, e se siamo vivi non possiamo smettere di andare avanti e godere dell'esistenza giorno dopo giorno. E ci insegna a non rinunciare a combattere le ingiustizie e far vincere le proprie ragioni quando queste corrispondono alla verità, ci insegna così ad avere il coraggio di denunciare il falso!

A questo punto posso solo dire che è un romanzo che consiglio a chi ha voglia di conoscere una storia inventata, ma perfettamente aderente a delle realtà spesso taciute o non indagate fino in fondo,a chi ha voglia di conoscere delle realtà che spesso ci stanno intorno e che fingiamo di non vedere, a chi ha voglia di vivere quei trecento secondi insieme a Paolo.

In ultimo vorrei tanto ringraziare la casa editrice Falco editore per avermi consentito di venire a conoscenza di questo bel romanzo e di farne una recensione da condividere con voi! Grazie soprattutto per la grande disponibilità e gentilezza :)

Continuate a seguirci per le prossime recensioni sotto il nome di Falco editore ;)


                                                                                                             la Blu